Fondo Espero: attenzione al silenzio assenso !

Dopo l’ultimo vergognoso accordo sottoscritto da confederali, Gilda e SNALS il personale della scuola rischia di vedersi appioppare il “Fondo Espero” con il meccanismo del silenzio-assenso !

Tenetevi informati, non farevi fregare !

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Dopo lo sciopero del 2 dicembre 2022: contro la guerra, per politiche a sostegno dei/delle lavoratori/trici

Sciopero generale nazionale 2 dicembre 2022

Oggi in numerose piazze del Paese hanno sfilato in corteo di migliaia di lavoratori, che hanno preso parte alla giornata di sciopero indetta unitariamente dalle varie sigle del sindacalismo di base e conflittuale. A Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Napoli, Palermo, Catania e in tante altre città i lavoratori hanno sfilato per dare un forte segnale di critica alla politica dell’attuale governo, che ripropone e prosegue la linea già tracciata dagli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni. Le manifestazioni sono state molto partecipate e in diverse aziende gli scioperi hanno coinvolto un buon numero di lavoratori, nei trasporti altissime le adesioni, un dato importante dopo lo sciopero che ha coinvolto il tpl solo pochi giorni fa

A essere contestate l’assenza di politiche strutturali e di lungo periodo a favore delle classi lavoratrici, la mancanza di un piano di ripresa che tenga conto dell’impatto devastante dell’inflazione sulla vita di salariati e pensionati, la carenza di investimenti importanti rivolti al welfare e alla scuola e sanità pubbliche, tutti elementi che stridono, a dir poco, con l’ennesimo stanziamento di fondi (siamo al sesto decreto nel giro di dieci mesi) a favore dell’armamento dell’Ucraina in conflitto con la Russia dallo scorso febbraio.
Migliaia sono le famiglie a rischio di perdere finanche un tetto sopra la testa, le aziende strozzate dai costi energetici lievitati chiudono a migliaia e per chi vive del proprio salario, che in Italia non cresce da anni a differenza del resto dei Paesi Ocse, è impossibile sottrarsi a un progressivo impoverimento.
Per tutte queste ragioni oggi centinaia di migliaia di lavoratori si sono fermati, per chiedere a gran voce migliori condizioni di lavoro, salari indicizzati al crescere del costo della vita con un ritorno alla scala mobile, maggiori tutele e sicurezza perché inaccettabile lo stillicidio di morti di lavoratori che quotidianamente si verificano, per abbassare le armi e porre un fermo all’economia di guerra che alle vittime dei conflitti sul campo aggiunge i milioni di persone che negli altri Paesi si impoveriscono e vedono erosi welfare e servizi pubblici e sempre più precluso un futuro dignitoso per i propri figli.

https://cub.it/sciopero-generale-nazionale/

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Giù le mani dai sindacati di base !

La Procura di Piacenza ha avviato nei giorni scorsi una nuova pesante azione repressiva contro alcuni sindacati di base (Usb e SiCobas) che da anni combattono, nel mondo della Logistica, contro le false cooperative e il caporalato.

Se la stessa Procura rivolgesse le sue attenzioni verso i padroni della Logistica, la vita di molte persone – lavoratrici e lavoratori – sarebbe più tutelata e vivremmo in una società più equa e dignitosa. Accade, invece, il contrario: chi organizza le lotte dei lavoratori finisce in carcere e agli arresti domiciliari, con l’accusa ridicola di aver promosso centinaia di azioni di sciopero e picchettaggio, con la partecipazione di moltissimi lavoratori, per ottenere il proprio arricchimento personale. A parte il fatto che precedenti inchieste dello stesso tenore si sono risolte in bolle di sapone, solo chi è completamente fuori dal mondo, o in assoluta malafede, può pensare che cinque dirigenti possano manipolare per anni migliaia di lavoratori in lotta.

Attaccare il sindacalismo di base e conflittuale che si batte contro il malaffare significa voler imbavagliare anche chi difende i lavoratori e le lavoratrici dai soprusi che vengono perpetrati nella logistica: un mondo fatto di appalti e subappalti, con infiltrazioni della malavita, di sfruttamento di uomini e donne (spesso stranieri!), come manodopera a basso prezzo e di attacco continuo ai diritti dei lavoratori. È notizia di qualche giorno fa, infatti, che il Governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’art. 1677 del codice civile, ha provato ad eliminare la responsabilità solidale della committenza per i danni economici (…e non solo!) causati ai lavoratori. In modo che, come spesso accade, se un lavoratore subirà il furto di salario da parte di una cooperativa, dopo che quest’ultima avrà decretato il solito fallimento, l’azienda committente non sarà più chiamata in causa a risarcire quanto dovuto al lavoratore stesso.

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I fondi pensione rendono meno del TFR (2022)

“L’impietosa fotografia della COVIP: negli ultimi dieci anni i garantiti dei “negoziali” hanno reso il 2,1 % contro l’1,9 % del trattamento, mentre gli “aperti” stanno addirittura sotto (1,7 %) (Adriano Bonafede, “Fondi pensione il piatto piange meglio il TFR degli obbligazionari”, La Repubblica Affari e Finanza, 27 giugno 2022)

Sono anni che lo diciamo, ma la recente relazione annuale 2021 della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) lo certifica una volta di più: i fondi pensione sono un affare essenzialmente per i gestori; molto meno per coloro che vi depositano i propri risparmi nella speranza (illusione ?) di una pensione sicura.

Se è normale che un operatore finanziario speculi, il biasimo va particolarmente rivolto ai sindacati concertativi (CGIL-CISL-UIL, con gli autonomi al traino) che, anziché difendere la previdenza pubblica, l’hanno svenduta in cambio della gestione dei “Fondi negoziali”, i fondi di categoria gestiti a condizione di favore e in regime di di monopolio da sindacati e datori di lavoro.

Comunque scorrendo le tabelle della relazione COVIP si scopre che in dieci anni il TFR lasciato in azienda o allo Stato ha reso mediamente l’1,9 % annuo, se passiamo ai fondi negoziali (appunto quelli gestiti dal sindacato assicuratore) scopriamo che nello stesso periodo i fondi “garantiti” hanno reso il 2,1 % (un po’ meglio, certo, ma a fronte di un contributo obbligatorio versato dal datore di lavoro), il comparto obbligazionario puro (quello che investe in titoli di Stato e simili) addirittura ha reso solo lo 0,6 % annuo (molto meno del TFR, quindi), a fornire rendimenti interessanti solo i fondi “obbligazionari Misti” (4,3 %), “bilanciati” (4,7 %) e “azionari” (addirittura il 7,1 %). Si tenga conto però che questi fondi sono a rischio crescente (massimo quelli azionari), quindi poco adatti ad un piano pensionistico che dovrebbe essere “sicuro”

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Fondi pensione: Occhio al silenzio assenso !

Il “sindacato assicuratore” dopo aver svenduto la previdenza pubblica in cambio della creazione di fondi di pensione di categoria gestiti da sindacati e padronato, visto il modestissimo successo di tali fondi (e ti credo !) cerca ora di renderne praticamente obbligatoria l’adesione.

Il primo segnale è dato dall’accordo relativo al fondo Perseo-Sirio che inquadra buona parte dei lavoratori del Pubblico Impiego (lavoratori dei ministeri, delle regioni, delle autonomie locali, della sanità, degli enti pubblici non economici, dell’ENAC, del CNEL, delle università, degli enti di ricerca, delle agenzie fiscali). Tale accordo prevede l’introduzione del meccanismo del silenzio assenso per l’adesione al fondo stesso. In pratica se non dichiarate di rifiutare l’adesione vi ritrovate iscritti d’ufficio !

Quanto al Fondo Espero (scuola) è probabile che decisioni analoghe siano assunte a breve.

QUINDI INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI ALLA MASSIMA VIGILANZA

vedi i nostri articoli precedenti sull’argomento

TFR NEI FONDI PENSIONE ? NON GRAZIE !

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Quel che resta del diritto di sciopero della scuola

di Cosimo Scarinzi

Nel torpido clima sociale favorito dalla situazione sanitaria l’apparato statale ed i sindacati altrettanto statalizzati non sono, purtroppo, in letargo. Da oggi infatti, grazie a un accordo fra governo e sindacati istituzionali firmato il 2 dicembre, scioperare nel mondo della scuola, dell’università e della ricerca sarà ancora più difficile di quanto fosse già da anni grazie:

1. alla situazione normativa determinata dalla legge 146/90, una vera e propria legge antisciopero per quel che riguarda i servizi pubblici individuati come “essenziali”, che fu promulgata non a caso dopo il ciclo di lotte della scuola, della sanità e dei trasporti degli anni ’80;

2. agli accordi sull’applicazione della legge 146/90 fra governo e sindacati istituzionali che sono stati firmati nel corso degli anni nei diversi comparti coinvolti ed ai numerosi interventi della Commissione di Garanzia per (in realtà contro) l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Proprio la differente situazione fra il 1990 ed il 2020 rende opportuno domandarsi perché, in un contesto di scarsa conflittualità, si sia sentita la necessità di un’ulteriore stretta e perché tutti i sindacati istituzionali della scuola – ANIEF, CGIL, CISL, GILDA, SNALS e UIL – abbiano condiviso quest’accordo. Continua a leggere

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Per la libertà di espressione

La Cub Scuola Università Ricerca dichiara solidarietà piena e totale alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria, vittima di un abuso di potere che, soltanto qualche anno fa, sarebbe stato impensabile.

Le motivazioni che hanno portato alla sospensione per quindici giorni di una docente stimata, esperta, moderata persino nell’esprimere il dispiacere per la clamorosa ingiustizia che l’ha colpita, appaiono ridicole ed infondate anche all’osservatore più superficiale. La “mancata sorveglianza” sull’elaborato dei propri studenti è una colpa inventata sul momento dal provveditore Marco Anello, che è certo di aver agito “secondo coscienza” e che afferma: “Se sono giunto a questa determinazione l’ho fatto con l’assoluta ponderazione di tutti gli interessi in gioco e di tutti gli elementi”. Quali siano gli interessi tutelati non è dato sapere né siamo in grado di immaginarli.
Certo è che la pesante sanzione testimonia che la libertà di insegnamento è sotto attacco. Più in generale, sono sotto attacco i lavoratori che esprimono dissenso verso chi comanda.
Non vogliamo dimenticare i due casi di licenziamento che, a Torino, hanno colpito la maestra Lavinia Cassaro e il tecnico dell’Università Pier Paolo Pittavino. Continua a leggere

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INVALSI E SALVINI

FA RIDERE (MA NON TROPPO…)

invalsi salvini

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2019: UN NUOVO CONTRATTO TRUFFA

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SABATO 27 MAGGIO: LE RAGIONI DELLO SCIOPERO DELLA SCUOLA (non solo solidarietà ma unità e condivisione dei medesimi obiettivi)

Sabato 27 maggio la CUB Scuola ha indetto sciopero dell’intera giornata a sostegno della mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Alitalia che manifesteranno a Roma assieme ad altri lavoratori e lavoratrici dei trasporti e sciopereranno domenica 28 maggio e in preparazione dello scioperò generale dei trasporti di venerdì 16 giugno.
Uno sciopero di solidarietà, dunque? CERTAMENTE LO È perché l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici e la solidarietà fra le diverse categorie sono al centro del nostro modo di fare sindacato.
Uno sciopero che ci riguarda direttamente? E’ ALTRETTANTO VERO, dopo anni, anzi decenni, di arretramento, di riduzione delle retribuzioni dirette e delle pensioni, di allungamento della vita lavorativa, di degrado del nostro lavoro, di burocratizzazione non possiamo che cogliere l’importanza GENERALE di uno sciopero che pone finalmente al centro le questioni centrali: le retribuzioni, l difesa del posto di lavoro, le libertà sindacali, l’opposizione alle privatizzazioni. Continua a leggere

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NO AL TENTATIVO DI FARE DEI COLLEGI DEI DOCENTI GLI AUSILIARI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI NELLA GESTIONE DELLA “BUONA SCUOLA”

il saluto dei docenti alla nuova preside

Nei prossimi giorni saranno convocati i Collegi dei docenti dei diversi ordini di scuola al fine, citiamo la nota ministeriale che lo stabilisce, di deliberare,”su proposta del Dirigente scolastico, sul numero e la specifica dei requisiti da considerare utili ai fini dell’esame comparativo delle candidature dei docenti titolari su ambito territoriale”.
Traducendo in italiano, come è noto i docenti immessi in ruolo non su scuola ma su ambito territoriale dovranno presentare, in seguito alla Legge 107, ai dirigenti delle scuole nelle quali vorranno trasferirsi un curriculum e verranno selezionati sulla base di un certo numero di criteri, nel passato anno scolastico questi criteri sono stati definiti dai soli dirigenti scolastici, ora  la scelta viene delegata ai Collegi dei docenti, si badi bene, sempre su proposta del Dirigente scolastico.
Si tratta di quella che i sindacati istituzionali presentano come una grande conquista, come un modo di ridare ai collegi docenti un potere di decidere sulla vita della scuola.
In realtà si tratta, con ogni evidenza, di un modo per rendere accettabile un processo di balcanizzazione della scuola pubblica sostituendo alle graduatorie basate su titoli ed anzianità e, di conseguenza nonostante tutti i limiti inevitabili, trasparenti criteri diversi scuola per scuola e tali da permettere di “scegliersi” i colleghi ai quali “concedere” il trasferimento. Continua a leggere

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sciopero 17 marzo 2017

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NUOVI MODELLI DI SFRUTTAMENTO: ALTERNANZA SCUOLA LAVORO E TIROCINIO FORMATIVO

Da oltre vent’anni stiamo assistendo al progressivo smantellamento delle tutele fondamentali che i lavoratori erano riusciti a conquistare nel grande ciclo di lotte degli anni sessanta-settanta. In particolare si sta facendo largo sempre più ampiamente l’uso legalizzato di lavoro gratuito per periodi più o meno lunghi di tempo.
Esempio tipico il carrozzone dell’EXPO 2015 di Milano che, con il pieno consenso di CGIL CISL UIL si è largamente basato sull’uso di volontari (oltre 18.000) compensati solo con un buono pasto e l’illusione di arricchire il proprio curriculum con una nuova esperienza lavorativa (1). SEGUE

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sciopero 8 marzo

8-marzo-sciopero

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OPEN DAY O “LICEO MERAVIGLIAO” ?

Open day o “Liceo Meravigliao” ?

(UN’ANALISI CAUSTICA MA NON IRREALISTICA)” I presidi di oggi come Renzo Arbore del 1985. Il “Liceo Meravigliao” è quello che, in questi giorni di open-day, professori – trasformati dagli “impresari scolastici” in adescatori didattici – prospettano a orde di studenti da soggiogare e genitori da abbindolare. Il clima è giocoso, si dà a intendere ciò che non sarà mai. In laboratori mai visti prima si improvvisano sketch di fisica, chimica, scrittura creativa, pittura e ogni altra meraviglia. Il tutto riformato, è propinato da variopinte brochure patinate dove si fa pubblicità ingannevole, dove si millantano eccellenza che non ci sono, coerenza e qualità che non si vuole, promozione culturale e formativa che è solo promozione a buon mercato. “Ma la scuola no” è il manifesto inconfessabile. I dirigenti scolastici, come l’Arbore dell’85, non tollerano nulla di predeterminato ma, anzi, premiano chi procede a braccio, improvvisa continuamente e anima un dibattito il più possibile sconclusionato. L’importante è lo share. Qui si fanno esibire insegnanti-giullari come artisti esordienti, scelti tra coloro che inviano un demo a dei dirigenti che si atteggiano a impresari capaci di individuare talent-scout già dalla prima comparsata in cattedra. Purché belli, accondiscendenti e ossequiosi al direttore di questa “band” chiamata “Buona Scuola” che sembra intonare il celebre motivo “Indietro tutta”. Perché, parafrasando il “meno siamo meglio stiamo” dello show-man foggiano, si ottiene un “meno istruiamo più governiamo” dello show-business renziano.” G. P. (dalle lettere al MESSAGGERO VENETO)

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LAVORARE GRATIS: Pordenone incontro sull’alternanza scuola lavoro, 17 febbraio 2017

Il processo di aziendalizzazione della scuola è stato notevolmente accelerato e riproposto dalla riforma “Buona Scuola” del 2015, la quale comprende in sé anche la famigerata “Alternanza Scuola/Lavoro”.

porenone-aslIl concetto di azienda presuppone il concetto di merce, ma qual è il prodotto, il bene oggetto di acquisto che l’azienda[scuola] si propone di vendere? L’istruzione.
Ma aziendalizzare la scuola significa creare strutture che abbiano come obiettivo primario la “produzione” di reale sapere critico, la “distribuzione” di libera conoscenza, la crescita culturale, sociale e psicologica degli allievi/e, oppure la realizzazione del massimo profitto economico, in un regime di concorrenza spietata?
Probabilmente creare questo tipo di strutture può trasformare in merce l’istruzione. Continua a leggere

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PER UNO SCIOPERO UNITARIO A MARZO

Il Coordinamento Nazionale della CUB Scuola nel merito degli scioperi dell’8 e del 17 marzo valuta:

scuola no azienda– che lo sciopero GENERALE dell’8 marzo è una straordinaria occasione per legare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di tutte le categorie e, in particolare, di quelle e quelli della scuola alla mobilitazione contro l’oppressione che subiscono le donne e che, di conseguenza, la richiesta di unificare gli scioperi dell’8 e del 17 marzo in un UNICO sciopero, anche se con obiettivi specifici su contratto, legge 107, organico per quel che riguarda la scuola, è una proposta pienamente condivisibile;

– che è necessario perseguire l’unità, quanto meno nelle mobilitazioni, del sindacalismo di base nella scuola e che sarebbe da irresponsabili e foriera di gravi difficoltà PER I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DELLA SCUOLA proporre DUE scioperi di categoria, uno l’8 ed uno il 17;

– di conseguenza, si dichiara disponibile, laddove sia una scelta comune dei sindacati di base della scuola, ad anticipare lo sciopero della scuola dal 17 all’8 marzo ed invita le altre organizzazioni del comparto scuola a valutare CONGIUNTAMENTE questa ipotesi.

Crediamo infatti che su questioni di rilevanza , l’orgoglio e l’interesse di organizzazione debbano essere messi da parte in considerazione dell’interesse GENERALE del movimento.

Milano, 6 febbraio 2017

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LA SCUOLA DEI QUIZ (e dello sfruttamento minorile)

A coronamento del percorso pluriennale tendente ad inserire a forza le rilevazioni INVALSI nel percorso scolastico, fino a farne il cardine di tutto il processo “educativo” ed in perfetta sintonia con la legge 107/2015 (“Buona scuola”) il Governo ha inviato alle Camere uno schema di decreto legislativo sulla riforma della valutazione e degli esami.

prove-invalsi_medium_mediumViene ribadita l’obbligatorietà delle prove INVALSI nella scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado sulla base del principio che esse“costituiscono parte integrante del processo di autovalutazione delle istituzioni scolastiche” (art. 4 per la primaria), e che “supportano il processo di autovalutazione delle istituzioni scolastiche” (art. 7 per la scuola media), in entrambi i casi – si dichiara – esse “forniscono strumenti utili al progressivo miglioramento dell’offerta formativa”

Per spezzare ogni residua opposizione all’imbarbarimento culturale da parte dei docenti viene ribadito – per ogni grado di istruzione – che“Le azioni relative allo svolgimento delle rilevazioni nazionali costituiscono per le istituzioni scolastiche attività ordinarie d’istituto” (art. 4, 7, 21)

scuola no aziendaIl Decreto stabilisce l’articolazione delle prove nei diversi gradi dell’istruzione.
PRIMARIA
Seconda (Italiano e Matematica) e Quinta (Italiano, Matematica e Inglese)

SECONDARIA DI I GRADO
Terza (prove computer based in Italiano, Matematica e Inglese) in questo caso viene stabilito che le prove si svolgono “nel mese di aprile e rappresentano requisito di ammissione all’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione” (art. 7). Il quiz viene quindi separato dall’esame vero e proprio (che risulta così semplificato) e trasformato n un “requisito di ammissione”.

SECONDARIA DI II GRADO
Seconda (Italiano, Matematica e Inglese, già previste dal DPR 80/2013)
Quinta (prove “computer based anche in forma adattiva” in Italiano, Matematica e Inglese) anche in questo caso viene stabilito che le prove rappresentano requisito di ammissione all’esame di Stato (art. 15), in più “l’esito delle prove sostenute nell’ultimo anno viene riportato, distintamente per ciascuna disciplina oggetto di rilevazione, in una specifica sezione all’interno del curriculum dello studente” accluso al diploma di maturità (art. 21)

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
L’alternanza scuola-lavoro (presentata come un fiore all’occhiello della “Buona scuola”) consiste essenzialmente nel sottrarre agli studenti ore di studio e nell’insegnare loro a “lavorare gratis” secondo il modello introdotto con l’EXPO di Milano (tenuto in piedi da 18.500 tra “volontari” e “stagisti”). Il decreto ne ribadisce la centralità
La frequenza dei percorsi di alternanza scuola lavoro negli ultimi tre anni (almeno 400 ore per tecnici e professionali, almeno 200 ore per i licei) è (al pari delle prove Invalsi) requisito fondamentale per essere ammessi all’esame di Stato (art. 15) inoltre nel corso del colloquio d’esame il candidato “espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza di alternanza scuola-lavoro svolta nel percorso di studi” (art. 19).

La quintessenza della “riforma”: imparate a risolvere quiz e a lavorare gratis ! Vogliamo un futuro da schiavi per i nostri figli e le nostre figlie ?

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PRECARIZZARE PER GOVERNARE: le nuove modalità di accesso ai ruoli per i docenti

In perfetta continuità con la legge 107/2015 (“Buona scuola”) il Governo ha inviato alle Camere uno schema di decreto legislativo sull’accesso ai ruoli e la formazione del personale docente.

il saluto dei docenti alla nuova preside

il saluto dei docenti alla nuova preside

È previsto un complesso percorso ad ostacoli con la conseguente precarizzazione totale dei docenti (quanto al personale ATA si procederà – probabilmente – con la progressiva esternalizzazione dei servizi)

Il primo step è costituito dal superamento di un impegnativo concorso pubblico nazionale su base regionale o interregionale (art 2, 6)

I fortunati vincitori entreranno in una graduatoria di merito sulla cui base sottoscriveranno un “contratto triennale retribuito di formazione iniziale e tirocinio” (art. 8)
RETRIBUITO QUANTO ?
La retribuzione nei primi due anni sarà definita dalla contrattazione nazionale (non dovrà superare di 117 milioni annui la spesa attuale) nel terzo anno sarà pari a quella di una supplenza annuale (art. 8)
da notare che, in base alla normativa attuale, il tirocinio formativo – introdotto dal c.d. pacchetto Treu (legge 196 del 1997) – non costituisce rapporto di lavoro e quindi non prevede il versamento di contributi (salvo quelli anti infortunistici INAIL). C’ è da supporre che questi principi varranno anche per questo nuovo tipo di tirocinio. Come pure si può immaginare che i compensi previsti per i primi due anni saranno di poche centinaia di euro (così come per gli altri tirocini)

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per un 2017 di lotta e di speranza

mafaldaSEMPRE A FIANCO DI COLORO CHE LOTTANO PER UN MONDO MIGLIORE !!

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INVALSI: attenti a costoro

L’INVALSI ha stabilito che dal 16 al 28 gennaio nella secondaria superiore dovrà essere somministrato agli allievi il “Questionario studenti” e, neanche fosse il nostro datore di lavoro, dice come dobbiamo comportarci, cosa fare, come e quando svolgere l’attività di somministrazione di detto questionario.
Rimandando ad altra sede la spiegazione dei motivi per cui rifiutare le prove INVALSI – che dovrebbero comunque essere stranoti -, ricordiamo che non esiste per i docenti alcun obbligo in tal senso.
La legge, infatti, sancisce che “le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d’istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti”, ma né la legge, né il nostro Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro prevedono alcun obbligo per gli insegnanti.
Le attività inerenti le prove INVALSI nulla hanno a che vedere con la funzione docente: si tratta di attività di carattere amministrativo-esecutivo che dovrebbero essere in carico allo stesso INVALSI, il quale, non disponendo di adeguate risorse umane e finanziarie, si rivolge ai lavoratori della scuola auspicandone la collaborazione.
Ma perché dovremmo collaborare ad una operazione nefasta per la scuola e per di più gratuitamente?
E se l’INVALSI non paga, perché dovrebbe pagare la scuola attingendo dal FIS, che già non è sufficiente a retribuire dignitosamente le nostre attività aggiuntive e poi non è certo stato previsto per quello scopo?
INVITIAMO I COLLEGHI A NON COLLABORARE ED A RIVOLGERSI ALLE NOSTRE SEDI IN PRESENZA DI INDEBITE PRESSIONI DA PARTE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI.

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INTESA DEL 30 11 2016 TRA GOVERNO E CGIL-CISL-UIL: NOTE DI LETTURA

gasparazzo sindacatiEopportuno, per una corretta comprensione dellintesa del 30 novembre 2016 tra Governo e CGILCISLUIL, tener conto del fatto che il 26 novembre è stato firmato il contratto di lavoro dei metalmeccanici che aveva visto la fine dellaanomalia Fiome laccettazione da parte delle tre confederazioni “maggiormente rappresentative” di un contratto che prevede mediocri aumenti di salario, rafforzamento delwelfare aziendale“, una stretta collaborazione fra imprese e sindacati istituzionali.

Un segnale forte di ripresa della concertazione che ritroviamo nellintesa del 30 novembre. Continua a leggere

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Renzi, non ti rimpiangeremo…

Cadde, risorse e ....

Cadde, risorse e …. (speriamo)

SCHIACCIATO DAL 60 % DEI NO RENZI E’ COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI.

NON LO RIMPIANGEREMO CERTO !

SPERIAMO CHE CON LUI SCOMPAIA LA PLETORA DI CORTIGIANI INSIGNIFICANTI E PRIVI DI SPESSORE CHE HANNO OCCUPATO FINO AD ORA IL GOVERNO.

E’ PERO’ IL TEMPO CHE ALLA (GIUSTA) INDIGNAZIONE CIVILE SEGUA ORA LA MOBILITAZIONE POPOLARE PER CANCELLARE LE INDEGNE “RIFORME” INTRODOTTE DAL NUOVO “NAPOLEONE”

renzi-chiede-carita

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L’ortografia non è più una virtù…

i-tappetti

 

AVVISO AFFISSO ALL’INGRESSO DI UN ISTITUTO COMPRENSIVO DI UDINE.

CARENZA DI COMPETENZE ORTOGRAFICHE ?

E’ LA BUONA SCUOLA BABY !

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sotto gli 85 euro il nulla

sotto-gli-85-euro-il-nulla

volantino da scaricare (pdf)

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bonus 500 euro: una corsa ad ostacoli…

Ma non doveva essere una card ? Arrivati a novembre senza aver visto un centesimo del famoso bonus per la formazione, scopriamo che il MIUR ha cambiato nuovamente le carte in tavola

Prima di tutto è necessario dotarsi del CODICE SPID, con procedure non proprio semplicissime,poi ci si potrà registrare sulla piattaforma http://www.cartadeldocente.istruzione.it/ che dovrebbe essere disponibile (il condizionale è d’obbligo) a partire dal 30 novembre.

La procedura successivamente da seguire sembra poi piuttosto fumosa….

E’ la buona scuola baby….

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Oltre lo sciopero

Importanti adesioni nella scuola friulana, allo sciopero indetto per oggi 4 novembre 2016 dalla CUB (Confederazione Unitaria di Base), insieme ad USI ed SGB

Lo sciopero era indetto sia per motivazioni di ordine generale sia contro gli effetti deleteri che la legge 107 sta producendo nell’istruzione pubblica. È sotto gli occhi di tutti che dall’inizio dell’anno scolastico le scuole stanno operando con organici ridotti visto il catastrofico ritardo accumulato nella nomina dei supplenti, peraltro fissata a Udine solo per la data odierna, 4 novembre. Mai così tardi da molti anni a questa parte !

A fronte di un aumento abnorme del potere dei Presidi la legge 107 distrugge la cultura della collegialità. Sta ormai prevalendo una miope logica premiale attraverso l’assegnazione di un bonus “di merito”, peraltro attribuito ai docenti secondo criteri completamente diversi da scuola a scuola e non sempre declinati in modo trasparente.

La legge 107 sta “balcanizzando” il personale mettendo docenti contro ATA (a questi ultimi vengono attribuiti sempre nuovi compiti senza alcun riconoscimento economico), docenti di ruolo contro docenti precari, “vecchi” assunti assegnati agli istituti contro “nuovi” assunti gettati nel limbo degli albi territoriali e ripescati con la “chiamata diretta”, l’alternanza scuola-lavoro si risolve essenzialmente nel sottrarre agli studenti ore di studio e nell’insegnare loro a “lavorare gratis” come si vede dal programma ministeriale “I Campioni dell’Alternanza” che vede come partner strategico un operatore come Mc Donald, che mette a disposizione 10.000 posti per compiti meramente esecutivi, sempre più importanza viene attribuita, per la definizione dei piani di miglioramento delle scuole, ai test INVALSI (ormai screditati a livello internazionale)

Per quanto riguarda il quadro generale è oggi a tutti evidente sia la disastrosa diseguaglianza sociale nel nostro Paese, il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza totale, e nel mondo, sia la politica del governo che smantella i diritti sociali e del lavoro, impoverisce lavoratori, giovani e pensionati, smonta il welfare (scuola, sanità, pensioni).

Ma questo i lavoratori della scuola lo sanno bene perché ne osservano direttamente le conseguenze: stipendi bloccati (l’ultimo aumento risale al 2007) con una perdita di retribuzione reale ormai superiore al 10 %, innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni con rendimenti più bassi, sequestro delle liquidazioni per due anni, aumento dei carichi di lavoro, continue campagne di stampa per delegittimare la generalità dei lavoratori pubblici, aumento dei poteri dei dirigenti, asservimento dell’istruzione agli interessi delle imprese.

Tutto ciò mentre l’iniziativa militare all’estero, l’individuazione di un nemico esterno, si accompagna al ridisegnare i rapporti tra le classi sociali a favore di capitalisti e rentier. Continua a leggere

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VERSO LO SCIOPERO DEL 4 NOVEMBRE

Al di là delle dichiarazioni demagogiche la legge 107 (cosiddetta “buona scuola”) sta producendo effetti deleteri a catena. Dall’inizio dell’anno scolastico le scuole stanno operando con organici ridotti visto il catastrofico ritardo accumulato nella nomina dei supplenti (peraltro fissata a Udine solo per la stessa data del 4 novembre), nel frattempo si accumulano gli adempimenti burocratici a tutto danno dell’efficacia didattica.

A fronte di un aumento spropositato del potere dei Presidi la legge 107 distrugge la cultura della collegialità. Prevale una miope logica premiale (il famoso bonus “di merito”) che “balcanizza” il personale: docenti contro ATA, docenti di ruolo contro docenti precari, “vecchi” assunti assegnati agli istituti contro “nuovi” assunti gettati nel limbo degli albi territoriali e ripescati con la “chiamata diretta”, l’alternanza scuola-lavoro si risolve essenzialmente nel sottrarre agli studenti ore di studio e nell’insegnare loro a “lavorare gratis” come si vede dal programma ministeriale “I Campioni dell’Alternanza” che vede come partner strategico un operatore come Mc Donald, che mette a disposizione 10.000 posti per compiti meramente esecutivi.

Per quanto riguarda il quadro generale è oggi a tutti evidente sia la disastrosa diseguaglianza sociale nel nostro Paese, il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza totale, e nel mondo, sia la politica del governo che smantella i diritti sociali e del lavoro, impoverisce lavoratori, giovani e pensionati, smonta il welfare (scuola, sanità, pensioni). Continua a leggere

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Alternanza scuola lavoro o fornitura di lavoro gratis ?

Quando leggiamo in un comunicato ufficiale del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca che il ministro Giannini esalta il “lancio del programma “I Campioni dell’Alternanza”, che coinvolgerà un gruppo di 16 organizzazioni – aziende grandi e medie, Ordini professionali e Terzo settore – nel racconto e nella diffusione dell’alternanza attraverso progetti di qualità. Si parte con Accenture, Bosch, Consiglio Nazionale Forense, COOP, Dallara, ENI, Fondo Ambiente Italiano, FCA, General Electric, HPE, IBM, Intesa Sanpaolo, Loccioni, McDonald’s, Poste Italiane e Zara per un totale di circa 27.000 posizioni di alternanza messe a disposizione per questo anno scolastico solo da questi partner. Posizioni che verranno incrementate per il prossimo triennio.”

verifichiamo come ormai il Governo non senta nemmeno il bisogno di celare il senso reale della mitica alternanza scuola-lavoro.

Ci domandiamo infatti, per fare solo l’esempio più clamoroso visto che da Mc Donald lavoreranno 10.000 dei 27.000 ragazzi coinvolti che tipo di formazione professionale verrà loro fornita.

Ci pare evidente che consisterà solo, o quasi, in un addestramento a un lavoro puramente esecutivo nell’imposizione dell’abitudine alla pronta obbedienza, nell’utilizzo del lavoro gratuito di questi ragazzi.

A maggior ragione è necessario rivendicare per la scuola pubblica le risorse necessarie a fornire un’effettiva e corretta conoscenza dei rapporti di lavoro, dei diritti dei lavoratori, della normativa sulla sicurezza.

La Cub Scuola Università e Ricerca si impegna a sviluppare una discussione sull’argomento nei collegi docenti e nelle assemblee sindacali al fine di combattere gli abusi e di porre nella vertenza per il nuovo contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola come centrale l’abolizione di questa normativa sull’alternanza.

Ci battiamo per una scuola della formazione, della ricerca, della sperimentazione e contro una scuola dell’addestramento, intesa come mero disciplinamento all’attuale ordine produttivo.

Per la CUB Scuola Università e Ricerca,

il Coordinatore Nazionale,

Cosimo Scarinzi

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4 novembre 2016 SCIOPERO GENERALE

Il 4 novembre scioperiamo compatti per forti aumenti delle retribuzioni, i diritti sociali, le libertà sindacali.
Contro la guerra esterna a l’attacco alle libertà all’interno.

manifestazione cubÈ oggi a tutti evidente sia la disastrosa diseguaglianza sociale nel nostro Paese, il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza totale, e nel mondo, sia la politica del governo che smantella i diritti sociali e del lavoro, impoverisce lavoratori, giovani e pensionati, smonta il welfare (scuola, sanità, pensioni).
Ma questo i lavoratori della scuola lo sanno bene perché ne osservano direttamente le conseguenze: stipendi bloccati (l’ultimo aumento risale al 2007), innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni con rendimenti più bassi, sequestro delle liquidazioni per due anni, aumento dei carichi di lavoro, continue campagne di stampa per delegittimare la generalità dei lavoratori pubblici, aumento dei poteri dei dirigenti, asservimento dell’istruzione agli interessi delle imprese.
Tutto ciò mentre l’iniziativa militare all’estero, l’individuazione di un nemico esterno, si accompagna al ridisegnare i rapporti tra le classi sociali a favore di capitalisti e rentier.
Così alla guerra esterna si affianca quella interna: una vera e propria guerra di classe condotta da banchieri, oligarchie sovranazionali e padroni di ogni risma contro le classi subalterne.
E’ ORA DI DIRE BASTA E MOBILITARSI PER OTTENERE:

1. aumenti contrattuali veri per giungere a un salario dignitoso
2. abrogazione della legge 107/2015
3. cancellazione della riforma Fornero
4. finanziamento effettivo della spesa sociale per un welfare di qualità
5. democrazia nei luoghi di lavoro per contrastare le politiche di capitolazione dei sindacati di regime

circolare MIUR sciopero 4 novembre 2016

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Docenti di Potenziamento: no agli abusi dei Dirigenti

CUB – SCUOLA UNIVERSITÀ RICERCA E SGB SCUOLA CONFERMANO L’IMPEGNO NELLA LOTTA CONTRO LA “BUONA SCUOLA”

e si impegnano ad avviare iniziative unitarie di lotta per:

  • contrastare gli abusi dei dirigenti scolastici in merito a bonus e chiamata diretta

  • garantire la corretta gestione dell’organico dell’autonomia e combattere ogni tipo di discriminazione tra docenti

  • il diritto alla sicurezza dei locali scolastici

  • contrastare l’aumento spropositato di carichi di lavoro per il personale ATA

  • il rifiuto dei fondi pensione integrativi

  • rivendicare significativi incrementi stipendiali e di posti in organico

  • ottenere la modifica del sistema di pagamento dei supplenti che causa ogni anno scandalosi ritardi nell’erogazione dello stipendio.

La lotta contro lo sfruttamento del potenziamento è il primo campo su cui ci stiamo impegnando.

Nella maggior parte delle scuole queste risorse non vengono utilizzate per la realizzazione dei pomposi progetti inseriti nei PTOF (spesso anche perchè il MIUR ha mandato docenti con classi di concorso che nulla hanno a che fare con quanto è stato richiesto) e i colleghi vengono costretti ad essere meri tappabuchi, su tutte le materie e in diversi ordini di scuola. In altre il potenziamento viene diviso tra tantissimi insegnanti per garantire una distribuzione oraria più efficace ai fini delle supplenze, ma impedendo di fatto qualsiasi azione didattica di vero potenziamento.

In molte i dirigenti sono giunti ad utilizzare il potenziamento come incarico “confino” a cui destinare colleghi di ruolo da anni, rei di non aver mai voluto chinar la testa.

Contro questi abusi stiamo intervenendo con tutti gli strumenti sindacali e giudiziari presenti. Invitiamo i colleghi che si trovino in situazioni simili a contattare le locali sedi della CUB-SUR e di SGB per ottenere tutela.

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Premi ai docenti: giochiamo a carte scoperte

Molti Dirigenti Scolastici rifiutano di rendere pubblici i nomi dei colleghi e delle colleghe premiati sulla base della legge 107 appellandosi alla normativa sulla privacy.
Ora, fatto salvo che è ben strano che i “meritevoli” vogliano nascondere il riconoscimento e la misura del riconoscimento del proprio “merito” e che dovrebbe essere sufficiente un minimo di correttezza da parte dei dirigenti scolastici per rendere evidente che si tratta di dati, per loro stessa natura, di pubblico interesse, basta ragionare sulla normativa che regola la materia per rendersi conto che quella della secretazione di queste informazioni è una pretesa insostenibile.

La stessa legge Legge 107 infatti all’art. 1 – comma 128 afferma

“La somma di cui al comma 127, definita bonus, è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ha natura di retribuzione accessoria.”

Se si tratta di retribuzione accessoria valgono:

L’Art. 18, comma 1 del D.lgs n. 33/2013 come modificato dalla riforma Madia che afferma: Continua a leggere

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Fine Ottobre. Nelle scuole mancano ancora molti insegnanti. all’USP di Udine non è ancora stato pubblicato il calendario delle convocazioni per le supplenze annuali. E’ la “Buona scuola”, baby !

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Assunzione da GAE dei diplomati magistrali: siamo alla balcanizzazione

Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola interessati quest’anno alle immissioni in ruolo possono con buona ragione riprendere il famoso incipit del monologo finale del bellissimo film Balde Runner “ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”, convocazioni che non vengono pubblicate, calendari delle operazioni inesistenti, regole non comunicate e che, quando lo sono, variano da Ufficio Scolastico Provinciale a Ufficio Scolastico Provinciale.

In particolare i colleghi e le colleghe diplomati magistrali ai quali una recente nota ministeriale (1 settembre), riconosceva il diritto all’assunzione dalla graduatorie ad esaurimento si sono trovati di fronte a comportamenti divergenti al limite della schizofrenia.

Per fare solo alcuni esempi, gli USP di Asti-Alessandria, Novara, Torino, Chieti-Pescara, Campobasso, Modena hanno pienamente riconosciuto questo diritto, quello di Milano lo ha fatto solo dopo una vivace protesta delle colleghe e dei colleghi cambiando orientamento all’improvviso, molti altri rifiutano di assumere le colleghe ed i colleghi che ne hanno dritto sulla base di interpretazioni loro assolutamente discutibili. Continua a leggere

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CHIAMATA DIRETTA ? SCEGLI IL TUO INSEGNANTE…

Dopo un tentativo di mediazione con CGIL CISL SNALS UIL che sembrava aver portato ad un’applicazione “leggera” e concertata, anche se in realtà comunque discrezionale e inaccettabile, della “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici, il governo, con ogni evidenza, ha deciso di accontentare in primo luogo la lobby dei dirigenti scolastici che è, peraltro, l’asse portante della “buona scuola” disegnata dalla Legge 107.

Una riprova del fatto che un politica sindacale di cedimenti e concessioni alla controparte non conquista nemmeno i sin troppo limitati obiettivi che si propone.

Di conseguenza ha imposto, nei fatti, una chiamata diretta a discrezione dei dirigenti che, intrecciandosi con la possibilità di elargire, mediante il bonus docenti, quote di salari, determina un secco aumento del loro potere.

In buona sostanza un’apparente formalizzazione dei criteri per la scelta del personale che, nella realtà, lascia mano libera ai dirigenti scolastici.

Proviamo a ricostruire quanto sta avvenendo:

1. Il Miur ha definito un elenco dei titoli valutabili, oltre quaranta, in gran parte molto vaghi e tali da permettere la massima discrezionalità, volti a premiare gli insegnanti già inseriti negli staff dei dirigenti;

2. I docenti interessati, per ora solo una parte dei neoassunti ma si tratta solo dell’inizio del processo che colpirà alla fine TUTTI I DOCENTI, dovranno preparare un curriculum nel quale vengono riportate tutte le informazioni che li rendono “interessanti” al capo;

3. Per ciascun posto messo a disposizione il Dirigente Scolastico dovrà indicare quattro requisiti, fra quelli individuati nell’elenco, in relazione al Piano Triennale Offerta Formativa.

Si dirà che siamo cattivi d’animo, ma ci sembra evidente che mediante il semplice sistema di individuare fra i titoli previsti quelli che caratterizzano il docente che interessa reclutare, sarà assolutamente possibile, nella stragrande maggioranza dei casi, “selezionare” chi si desidera assumere.

Detto ciò vi sono, quantomeno, due ulteriori effetti devastanti per la scuola pubblica:

1. si accentuerà la frantumazione del sistema scolastico con ogni istituto, in realtà ogni dirigente, che avrà modo di selezionarsi il personale, con le scuole più appetite che sceglieranno fior da fiore e quelle con maggiori difficoltà che si vedranno assegnato il personale “scartato” dalle precedenti alla faccia del carattere unitario del sistema scolastico e del ruolo di contrasto alla diseguaglianza sociale che la scuola pubblica dovrebbe avere;

2. si sosterrà l’attuale indecente mercato di corsi e titoli, e più in generale, si accentuerà la valorizzazione non dell’attività frontale di insegnamento, ma di aspetti, a volte rispettabili, molte volte no, della nostra attività che non ne sono comunque il centro.

Non va infine sottovalutato l’impatto pesantissimo che quest’innovazione avrà sull’amministrazione scolastica periferica sul lavoro delle segreterie degli stessi dirigenti scolastici senza escludere un probabile incremento del contenzioso.

Per la CUB Scuola Università Ricerca

Il Coordinatore Nazionale

Cosimo Scarinzi

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COSA SUCCEDE AI PERDENTI POSTO ?

Lo schema di Decreto Interministeriale sugli organici allegato alla nota 11729 del 29.4.2016 prevede, per i docenti dell’istruzione secondaria, che “I docenti che vengano a trovarsi in situazione di soprannumerarietà sono prioritariamente assegnati all’organico di potenziamento dell’offerta formativa. Ove il numero di tali docenti ecceda anche la consistenza dell’organico dell’autonomia i docenti perdenti posto, individuati secondo la procedura prevista dal CCNI sulla mobilità sono trasferiti d’ufficio e, in mancanza di sedi, assegnati all’ambito territoriale di riferimento” (art. 7 punto 2) .

La norma è chiarissima; non si perde il posto ma si transita nell’organico di potenziamento (conservando il diritto di reintegrazione nell’organico ordinario a norma del CCNI) rimanendo della scuola di titolarità.

Le notizie che ci arrivano sono di tutt’altro segno: vari USP stanno obbligando i docenti “in soprannumero” a fare domanda di trasferimento condizionata, col rischio di trovarsi trasferiti e di dover poi fare domanda di utilizzazione presso la scuola di provenienza. Un inutile e vessatorio aggravio burocratico.

Chiediamo al MIUR di intervenire diramando precise istruzioni agli Uffici Scolastici Regionali !

Nota MIUR 11729 del 29 aprile 2016

schema DI organici 28 aprile 2016

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A proposito del bonus per il “merito”

La pubblicazione delle prime delibere sui criteri sulla cui base dovranno essere scelti gli insegnanti meritevoli del bonus docenti – mediamente fra i 24.000 e i 27.000 Euro per istituto scolastico da distribuire solo a parte degli insegnanti di ruolo escludendo precari, educatori ed Ata – sta suscitando reazioni fra lo sdegno e l’ilarità nei lavoratori della scuola.

il saluto dei docenti alla nuova preside

il saluto dei docenti alla nuova preside

Vi sono infatti le decisioni più singolari, si va da porre un tetto al numero dei possibili premiati al fine di garantire loro una cifra robusta ma negando nei fatti ogni serietà nei criteri di scelta al considerare fra le qualità necessarie i buoni rapporti con i dirigenti che in questo modo diventano in un colpo solo Pubblici Ministeri e Giudici, passando per il premiare normali attività già retribuite con il fondo dell’istituzione scolastica, insomma incrementando le retribuzioni dello staff di presidenza.
Ma dietro questo caleidoscopio di soluzioni inventate alla (bell’e) meglio una logica si può individuare, potremmo dire che vi è del metodo in questa follia, il vero ed evidente obiettivo è la frantumazione della categoria fra le diverse figure professionali in primo luogo, per arrivare a quella fra i singoli insegnanti in gara per partecipare alla spartizione della torta visto anche che per il contratto invece sono state stanziate risorse miserevoli e tali da garantire incrementi delle retribuzioni di pochi euro.
E da questa frantumazione una sola figura esce rafforzata, quella di un dirigente scolastico, che grazie alla legge sulla Buona Scuola avrà il potere di stabilire chi, come e quanto potrà avere un aumento della retribuzione, di una retribuzione che ha visto negli ultimi anni un radicale impoverimento del personale della scuola grazie alla semplice scelta di saltare ormai ben tre contratti e che, per sovrammercato, potrà scegliere quote crescenti del personale scolastico già a partire dal 2016/17.
Come per altro era perfettamente evidente a grandissima parte della categoria che si è mobilitata con forza contro la Buona Scuola renziana l’ideologia meritocratica – che si vuole una straordinaria novità – nasconde, per la verità male, il ritorno al potere discrezionale della gerarchia così ben descritto, per fare solo un caso, ne “Il maestro di Vigevano” di Lucio Mastronardi.

La Cub Scuola, avendo perfettamente chiaro, che gli obiettivi generali per i quali mobilitarsi sono l’abrogazione della legge 107 e forti aumenti retributivi, sin da ora agirà sul piano sindacale e legale contro le delibere che forzano i termini della già inaccettabile Legge 107, per la difesa della libertà di insegnamento e della dignità della categoria tutta, docenti di ruolo e precari, educatori ed ata.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale

Cosimo Scarinzi

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12 maggio 2016: la mobilitazione continua…

Ampie adesioni allo sciopero indetto oggi 12 maggio 2016 da CUB, COBAS, GILDA e dagli altri sindacati di base, dopo i positivi risultati dello sciopero contro le prove INVALSI nella scuola primaria. Questa giornata di lotta unisce la mobilitazione contro i risultati nefasti della legge 107, per il rinnovo del contratto della scuola e contro le prove INVALSI.

Molto grave la decisione di CGIL CISL UIL SNALS di rompere il fronte di lotta proclamando un’autonoma giornata di mobilitazione la settimana prossima anziché confluire unitariamente sulla data del 12, già convocata da mesi !

La pretesa di misurare le competenze degli studenti e la qualità della scuola mediante quiz va nella direzione del degrado e della standardizzazione della didattica, della negazione della libertà di insegnamento, della pressione sui docenti perché si concentrino nell’addestramento degli alunni a rispondere ai quiz.

Dalle valutazioni ottenute con le prove INVALSI dipenderanno le risorse per le scuole e, a cascata visto che gli unici aumenti retributivi previsti saranno legati al riconoscimento del “merito”, le retribuzioni degli insegnanti. Nei fatti, le prove INVALSI sono nate per preparare il passaggio alla scuola-azienda realizzata con la Legge 107 (Buona Scuola) e alla Legge 107 sono pienamente funzionali.

La mobilitazione e gli scioperi di maggio sono quindi la ripresa della MOBILITAZIONE CONTRO LA LEGGE 107 e per il rinnovo di un contratto fermo ormai dal dal 2009. Secondo i calcoli della Corte dei Conti il blocco dei contratti ha fatto perdere ad ogni dipendente pubblico il 10 % dello stipendio in termini realie il governo disattende pervicacemente la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti.

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TEST INVALSI E ALTERNANZA SCUOLA LAVORO: un futuro da schiavi ?

La CUB e gli altri sindacati di base hanno indetto lo sciopero contro la somministrazione dei test INVALSI prevista nei giorni 4 e 5 maggio 2016 nella scuola Primaria ed il 12 maggio alle Superiori.

no pessima scuola RenziLe prove INVALSI, la cui validità è contestata da numerosi pedagogisti e studiosi di didattica (basti qui ricordare Giorgio Israel) costituiscono uno dei peggiori esempi del degrado della scuola italiana con una cultura ridotta ormai a mera risoluzione di quiz a crocette.

Il test a risposta chiusa si afferma sempre più come strumento principe della valutazione mentre la tempistica di quelle prove si va progressivamente sovrapponendo alla programmazione delle singole materie: l’esito è drammatico poiché nelle classi si pratica sempre di più il teaching to test, cioè un insegnamento di carattere meramente addestrativo, che finisce col porre in secondo piano lo sviluppo delle capacità di riflettere, di orientarsi, di affrontare problemi anche complessi mentre la programmazione didattica viene piegata ai tempi della “somministrazione” dei test.

I test INVALSI costituiscono una delle architravi della legge 107/2015 (“Buona scuola”) che, col pretesto di “aziendalizzare” e migliorare la scuola, ha dato nuovo impulso alla progressiva dequalificazione dell’Istruzione pubblica.

La stessa alternanza scuola-lavoro (presentata come un fiore all’occhiello della “riforma”) consiste essenzialmente nel sottrarre agli studenti ore di studio e nell’insegnare loro a “lavorare gratis” secondo il modello introdotto con l’EXPO di Milano (e accettato dai sindacati concertativi). In un recente festival cittadino abbiamo visto studenti minorenni lavorare gratis per otto ore consecutive senza neppure la pausa pranzo. È questa la scuola, è questo il futuro che vogliamo per i nostri figli ?

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SCIOPERO NO INVALSI: istruzioni per l’uso

IN OCCASIONE DELLE PROVE INVALSI LA CUB E GLI ALTRI SINDACATI DI BASE HANNO INDETTO DIVERSE AZIONI DI SCIOPERO (tra le quali è possibile scegliere per opporsi ai ridicoli quiz INVALSI)

no prove invalsi4 e 5 MAGGIO 2016 SCIOPERO DELL’INTERA GIORNATA dei docenti della scuola primaria (indetto dai Cobas)

in alternativa: 4 e 5 MAGGIO SCIOPERO DI MANSIONE (indetto da USB e SGB) – vedi indicazioni in calce al presente post.

12 MAGGIO SCIOPERO GENERALE DELL’INTERA GIORNATA DI TUTTO IL PERSONALE DOCENTE, EDUCATIVO, ATA (indetto da CUB  e dagli altri sindacati di base)

CORREZIONE PROVE: sciopero di mansione Continua a leggere

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