Per la libertà di espressione

La Cub Scuola Università Ricerca dichiara solidarietà piena e totale alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria, vittima di un abuso di potere che, soltanto qualche anno fa, sarebbe stato impensabile.

Le motivazioni che hanno portato alla sospensione per quindici giorni di una docente stimata, esperta, moderata persino nell’esprimere il dispiacere per la clamorosa ingiustizia che l’ha colpita, appaiono ridicole ed infondate anche all’osservatore più superficiale. La “mancata sorveglianza” sull’elaborato dei propri studenti è una colpa inventata sul momento dal provveditore Marco Anello, che è certo di aver agito “secondo coscienza” e che afferma: “Se sono giunto a questa determinazione l’ho fatto con l’assoluta ponderazione di tutti gli interessi in gioco e di tutti gli elementi”. Quali siano gli interessi tutelati non è dato sapere né siamo in grado di immaginarli.
Certo è che la pesante sanzione testimonia che la libertà di insegnamento è sotto attacco. Più in generale, sono sotto attacco i lavoratori che esprimono dissenso verso chi comanda.
Non vogliamo dimenticare i due casi di licenziamento che, a Torino, hanno colpito la maestra Lavinia Cassaro e il tecnico dell’Università Pier Paolo Pittavino.

Entrambi sono stati licenziati per atti commessi fuori dal luogo di lavoro, all’interno di manifestazioni di protesta, l’una contro un comizio di Casa Poud l’altro contro la costruzione del TAV. La gravità di queste due punizioni dovrebbe indignare tutti, poiché togliere ingiustamente il lavoro ad una persona è un atto gravemente lesivo dell’autonomia della persona stessa. A nulla sono valse, per Lavinia e Pier Paolo, le attestazioni di solidarietà.
Non possiamo fare a meno di notare che la libertà di espressione (ed anche quella di infrazione delle norme) è più tutelata se si sale nella scala gerarchica.

Come Pier Paolo Pittavino, anche il dirigente in questione, Gianni Paciariello, è stato condannato in primo grado; e non per intemperanze durante una manifestazione ma per stalking nei confronti di un’anziana suora, reato che dovrebbe far riflettere chiunque abbia un po’ di senno sulla sua capacità di relazione.

E, invece, Gianni Paciariello può restare al suo posto e sospendere dal servizio il docente precario Davide Trotta “colpevole” di non essere prono alle sue pretese per quanto strampalate come quella di spiegare il Boccaccio come piace a lui.

In conclusione, mentre Lavinia e Pier Paolo perdono il lavoro c’è chi, più o meno per le analoghe colpe, se ne sta tranquillo al suo posto di comando. È la logica dei “due pesi e due misure” che, almeno per ora, tutela ancora certi dirigenti, in attesa, se le cose vanno avanti così, che l’intera società venga meglio “disciplinata”.
Lo scalpore ed il giusto allarme suscitati dal caso di Palermo ci devono portare a difendere il valore della libertà di insegnamento e di espressione del dissenso e a contrastare con forza la deriva autoritaria. Altrimenti basterà un Claudio Perconte qualsiasi (peraltro noto attivista di estrema destra) a “denunciare” attraverso un tweet presunti crimini e sarà sufficiente che il suo grido allarmato sia raccolto da una qualsiasi Lucia Bergonzoni, sottosegretaria leghista ai Beni culturali, perché una brava ed onesta professoressa venga sanzionata.

Chiediamo l’immediato ritorno a scuola della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, la cancellazione della sospensione, il reintegro di Lavinia e Pier Paolo, i due lavoratori torinesi ingiustamente licenziati il ritiro della sospensione a Davide Trotta.

La CUB SUR si batterà sempre affinché nessuno venga ingiustamente punito o addirittura privato del lavoro soltanto perché ha manifestato un’opinione dissonante da quella di chi detiene il potere.

19 maggio 2019

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