L’ACCORDO TRUFFA SULLA RAPPRESENTANZA

Pubblichiamo un intervento della CUB Università di Bergamo

ACCORDO DEL 10 GENNAIO SULLA RAPPRESENTANZA: CHI CI PERDE E CHI CI GUADAGNA?

ECCO PERCHE’ ANCHE IN UNIVERSITA’ SE PASSERA’ NON POTRAI PIU’ SCEGLIERE LE RSU

Il 10 gennaio Cgil-Cisl-Uil e Confindustria hanno firmato un accordo che fissa le nuove regole sulla rappresentanza sindacale. Per ora sono valide in alcuni settori (industria, trasporti, cooperative) ma pensiamo sarà applicato anche nel pubblico impiego (http://www.pmi.it/impresa/normativa/whitepaper/72912/testo-unico-sulla-rappresentanza.html)

Questo accordo che obbliga tutti i soggetti sindacali ad aderire per avere il diritto di poter eleggere dei rappresentanti e per avere gli altri diritti sindacali è una svolta epocale che precluderà le possibilità di fare sindacato in modo libero, autonomo sia per le sigle che per i rappresentanti nei vari posti di lavoro.

 

Perciò chiediamo ai lavoratori di interessarsi ad un argomento che sembra  lontano, ma che riguarda le proprie scelte e sicuramente influirà negativamente sulle condizioni di lavoro future.

Quando nel 2010 da lavoratori dell’Università abbiamo deciso di cominciare un percorso sindacale perché gli accordi raggiunti tra sindacati e amministrazione (vedi eliminazione IAM e diminuzione fondo integrativo senza aumenti) non ci convincevano,, l’abbiamo potuto fare, presentando una lista come CUB alle elezioni. Pensiamo, da quando abbiamo cominciato l’attività in Università, di aver contribuito a migliorare le condizioni dei lavoratori , sia sul fronte degli accordi (aumento del fondo comune, prelievo dai fondi europei, 160.000 € di arretrati riconosciuti, IAM riconquistata etc …), sia sul fronte della sicurezza (amianto, nuovi RLS, corsi), sia della formazione (eliminazione della discrezionalità dell’Amministrazione) e della trasparenza e del coinvolgimento dei lavoratori. Anche l’informazione dall’Amministrazione che prima non arrivava ora è considerata come qualcosa di dovuto come giustamente deve essere.

Ora la possibilità, di contrattare miglioramenti per il personale, se verrà applicato l’accordo, ci sarà preclusa e dunque la CUB che  all’Università di Bergamo ha preso il 56% dei voti alle ultime elezioni e ha avuto il diritto di eleggere 3 RSU non  potrà più nemmeno presentarsi alle elezioni RSU.

Infatti solo i sindacati che firmano l’infame accordo del 10 gennaio, accettando di imbavagliarsi da soli,  potranno presentarsi alle elezioni. Il nostro sindacato è presente nel comparto con RSU in 5 università e non ci sembra giusto che là dove è voluto dai lavoratori, non possa più presentarsi per una regola decisa da chi ha tutto l’interesse ad escluderci. Mentre, ribaltando il discorso, l’apparato Cgil-Cisl-Uil mantiene il privilegio nei posti di lavoro, dove non è presente di decidere comunque per i lavoratori. Per esempio la Cisl in Università a Bergamo può portare al tavolo della trattativa anche 3 non eletti (cariche nominate dal sindacato a livello provinciale e regionale) pur non avendo nemmeno presentato la lista alle ultime elezioni RSU. Ne consegue un danno soprattutto per i lavoratori in quanto senza rappresentanza reale un’organizzazione sindacale firmando l’accordo ersità, può sedersi a tutti i tavoli e gli effetti sono i seguenti: o non conta nulla e dunque non serve o in quel posto di lavoro c’è poca attenzione e decide sulla pelle dei lavoratori e gli effetti sono chiusure, diritti negati, precarizzazione.

 Si aggiunga inoltre che, nell’accordo del 10 gennaio 2014 è scritto chiaro che le trattative nazionali e aziendali si fanno con i sindacati che rappresentano il 50%+1 dei lavoratori. Principio condivisibile ma pericoloso per come articolato. Infatti se la piattaforma non è condivisa da un’organizzazione, che per esempio rappresenta da sola il 49% dei lavoratori, ma è ratificata dalle altre che rappresentano il 51% il contratto sarà ESIGIBILE. Cosa significa? Che l’organizzazione che non l’ha firmato non può intraprendere azioni di lotta e di contrasto contro tale contratto ma lo dovrà accettare pena “sanzioni, anche pecuniarie o perdita di diritti sindacali” Facciamo un esempio pratico: a livello nazionale dell’università alcune sigle (Cisl-Uil-Cisal) raggiungono il 51%. Se nella piattaforma inseriscono che la IAM non è più valida e che il 25% dei dipendenti non ha più diritto al salario accessorio lo possono fare anche senza il consenso della Cgil e, eventualmente, della CUB. Ciò significa che poi all’Università di Bergamo le RSU che contestassero tali provvedimenti sarebbero passibili di sanzioni fino alla perdita della carica sindacale. Queste sanzioni vengono decise da commissioni miste tra sindacati e datori di lavoro!! Questo significa che le RSU non potranno più essere autonome  libere di rispondere ai lavoratori, ma vincolate alle Segreterie e impossibilitate a battersi per accordi migliorativi.

Per questi motivi pensiamo che l’accordo sia dannoso per tutti:

– per i rappresentanti di un sindacato di base ai quali questo accordo fa perdere i pochi diritti che si sono conquistati nei posti di lavoro grazie alla scelta operata dai lavoratori

– ma SOPRATTUTTO per il lavoratore che perde il diritto di scegliere liberamente il proprio candidato che meglio lo rappresenta , al di fuori delle tre sigle confederali

Tutto ciò per garantire a degli apparati sindacali un lavoro stabile, fisso mentre fuori si contribuisce a creare precarietà e crisi!!  

 Non ci stiamo e invitiamo i lavoratori – che sono poi quelli che ci perdono – a cominciare una battaglia per il ritiro di questo accordo anti democratico.

La CUB ha cominciato a Bergamo partecipando alla contestazione avvenuta il Primo Maggio, dove è stato simbolicamente impedito il comizio ai rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil per far capire loro come ci si senta quando le regole democratiche sono violate e come dunque ci sentiamo noi a causa delle loro scelte sbagliate che influiscono su tutti quanti i lavoratori.

Questo non basterà ovviamente: solo se come lavoratori costruiremo un forte movimento di opposizione questo accordo verrà ritirato.

CUB SCUOLA UNIVERSITA’ RICERCA BERGAMO

Questa voce è stata pubblicata in sindacati di regime, università e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.